VOICES | HYBRITUDE Music – Seconda Stagione, anno 2024/2025
21 Gennaio 2025
MITA Centro Culturale continua con il suo impegno a portare a Brescia artisti internazionali e nazionali grazie alla rassegna VOICES Hybritude Music, rassegna di concerti in cui protagonista
è la voce tra musica, immagini, video nell’incontro tra culture occidentali e orientali.
La seconda stagione 2024/2025, che ha avuto inizio mercoledì 22 gennaio 2025 con il concerto EMMA TRICCA Solo Show e termina a giugno 2025, vede come protagonisti artisti provenienti da Italia,
Regno Unito, Senegal, Spagna, Corea del Sud, Stati Uniti.
VOICES | Hybritude Music è un format multidisciplinare che, a cadenza mensile e sempre di mercoledì, offre appuntamenti di volta in volta diversi generati da ibridazioni tra arti, culture e
geografie, così lontane così vicine. La rassegna rappresenta l’attitudine trasversale di MITA, crocevia di culture e di idee, nato in una delle zone più giovani e multietniche di Brescia, con
l’obiettivo di coinvolgere il pubblico in percorsi inediti, dall’arte antica alle ispirazioni e contaminazioni più contemporanee.
“VOICES | Hybritude Music propone concerti basati sulle ibridazioni possibili tra voce e suono, tra strumenti antichi e moderni, tra geografie lontane, tra diversi generi e diverse forme espressive: la musica elettronica, la videoarte, la storia e l’arte del tappeto, la letteratura, le tradizioni e la contemporaneità, il dialogo e il confronto tra culture. Con VOICES / Hybritude, MITA intende esplorare i diversi intrecci culturali e artistici che appartengono al nostro tempo, aprendosi al mai-visto-ancora e all’incerto ma possibile. Vi aspettiamo da MITA.”
Wladimir Zaleski
Gli appuntamenti di VOICES | HYBRITUDE Music sono mensili, sempre di mercoledì, e hanno un
costo di 15 euro biglietto intero, 10 euro under 30.
22 gennaio 2025
Emma Tricca Solo Show
Londra
Sostenuta da John Renbourn e Odetta all’inizio della sua carriera e successivamente da Jane Weaver e Andy Votel, che hanno pubblicato i suoi primi due dischi (Minor White e Relic), la
cantautrice/chitarrista Emma Tricca è stata spesso paragonata a un incrocio tra gli artisti del Greenwich Village degli anni ’60, Nico e Patti Smith.
Nel suo ultimo lavoro (Aspirin Sun, Bella Union, in uscita il 7 aprile 2023) Emma ha collaborato nuovamente con Jason Victor (The Dream Syndicate) e SteveShelley (Sonic Youth) formando una
band che riecheggia il folk-rock degli anni ’70 con una certa allure psichedelica, ma ancora una volta con un suono del tutto particolare. È stata in tournée con artisti del calibro di Jane Weaver, Nick Mason (Saucerful of Secrets) e Robyn Hitchcock, solo per citarne alcuni.
Nata in Italia e con base a Londra, l’artista ha conquistato pubblico e media britannici con il suo stile in bilico tra il folk sperimentale, il prog e il dreampop. Nella vita e nella musica Emma Tricca è
un’esploratrice: la musicista, nata e cresciuta a Roma, ha viaggiato per il mondo vivendo a Londra, New York e Texas per trovare il cuore della sua musica che spazia dal alt folk di Johnny
Mitchell arrivando al dream pop dei Mazzy Star passando per il prog più sperimentale dei Gong.
12 febbraio 2025
ZA! + Perrate: Jolifanto Machine
Andalusia, Catalogna
Jolifanto è il lieto fine di una storia la cui trama è l’intreccio di una serie di eventi fortuiti che agiscono sullo sfondo della sperimentazione artistica in tutte le sue forme.
Tutto inizia nel 1916 al Cabaret Voltaire: Hugo Ball, poeta regista scrittore dadaista tedesco, recita la sua poesia Karawane cadendo in uno stato di trance insieme al suo pubblico. Circa 100 anni
dopo, Jolifanto, primo verso del componimento dada, diviene il titolo dell’album di artisti provenienti da contesti diversi che convergono in un comune spirito sperimentale, curiosità e passione per l’esplorazione della musica.
Dall’incontro di ZA! e Perrate scoppia un’esplosione inaspettata spinta dal (poli)ritmo, che si espande in territori apparentemente ignoti, tra l’influenza del flamenco, del dadismo, del rave, della costante tensione tra improvvisazione e pianificazione: un cadavre exquis in cui tutto inspiegabilmente è armonico.
Perrate, artista andaluso di origine gitana, inizia negli anni ’90 a esplorare il flamenco fin ai suoi limiti estremi, e il duo sperimentatore catalano ZA!, che amalgama dai primi anni 2000 jazz selvaggio, post-rock, elettronica d’avanguardia e musica fenicia, con il loro sperimetalismo radicale trasmettono tutta l’energia di una nuova avanguardia cantautoriale.
12 marzo 2025
Bebawinigi Trio
Italia
Bebawinigi è la creatura sgraziata, grottesca, inquietante e inesorabilmente imperfetta ma libera di esprimersi che abita nell’artista italiana più promettente e apprezzata dalla critica negli ultimi anni, Virgina Quaranta.
L’unica legge a cui risponde Beba è la sperimentazione, l’esplorazione di intrecci compositivi inimmaginabili, nati dal suo caleidoscopico genio creativo. Cantante, attrice, compositrice e polistrumentista sperimentale è un magma incandescente in cui si fondono sonorità generate da strumenti, da qualunque oggetto che sia in grado di produrre un qualcosa di interessante, voce e
teatralità dalla gamma di timbri, registri vocali e colori diversi e un grammelot personale. La ‘symbiosis of angel and devil’ (Progressive Rock Journal, Oct 2022) di Beba riesce ad incantare
per la sua capacità di mantenere un equilibrio compositivo pur muovendosi sullo stretto crinale di canzone alterata, composizione avant e sperimentazione rock.
La sua figura quasi aliena ha richiamato paragoni altisonanti ( Diamanda Galas Bjork, Tom Waits, Lydia Lunch, Brian Eno, Demetrio Stratos, PJ Harvey) ma nessuno di questi riesce a richiamare il progetto musicale e performativo di quest’artista che, oltre ad album musicali tra cui va citato Stupor, omen nomen, e colonne sonore, si esibisce dal vivo in uno spettacolo teatrale e immersivo, fatto di
improvvisazioni vocali e percussive su lamiere industrial, sovraincisioni di synth e violoncelli distorti, alternando momenti violenti e aggressivi a momenti atmosferici e solenni o divertenti e giocosi.
9 aprile 2025
Park Jiha
Sud Corea
Tradizionali strumenti koreani si combinano con forme espressive e suoni contemporanei nello studiato minimalismo della compositrice sud koreana Park Jiha. Pur provenendo da una solida formazione tradizionale, reimmagina i suoni di yanggeum, saenghwang e piri, strumenti per lo più sconosciuti all’Occidente e introduce, in queste tessiture sonore tradizionali, un’innovativa improvvisazione musicale. Sul background antico si innestano flauto, glockenspiel, campane, la sua voce e, soprattutto, l’elettronica, il tutto però risuona nell’animo degli ascoltatori come naturale e coinvolgente.
Park Jiha rifugge da ogni inutile ornamento per una limpidezza musicale che genera un armonioso equilibro. Le sue composizioni sono delle elegie ambigue, che fluttuano tra il profondamente meditativo e il drammaticamente dinamico, emergendo come una profezia sempre presente del domani e dispiegandosi come un viaggio concettuale che porta alla celebrazione della vita.
Si tratta di vere e proprie meditazioni in musica, esperienze immersive senza tempo.
The Guardian ha cercato di definire il suo stile, quasi ineffabile per le emozioni che suscita, come slow music. Park Jiha ha fatto la sua comparsa sulla scena come solista con ‘Communion’ del 2018, disco acclamato dalla critica per la palette di suoni elettronici, per poi raffinare le sue capacità nei lavori successivi tra cui Philos (2019) e soprattuto The Gleam (2022), album la cui ispirazione è tratta dal rapporto quotidiano con la luce, una sorta di sinestesia. La sua sensibilità la porta anche alla composizione di colonne sonore raffinate di thriller come Foe e alla collaborazione atipica con il poeta Roy Claire Potter, registrata per BBC Radio 3’s Late Junction nel 2022.
A MITA l’artista presenterà il suo ultimo album uscito a febbraio 2025: All Living Things. Si tratta di un inno al miracolo della vita post-classico, ambient o addirittura cinematico. In sintesi, con le parole di Jiha: ‘che la musica possa far parte della vita delle persone e portare loro speranza’.
21 maggio 2025
Dimidiam – ENDLESS MIGRATIONS
Massimiliano Milesi & Giacomo Papetti Meet Sarra Douik & Dudu Kouate
Italia, Senegal, Tunisia
Dimidiam nasce da una sorta di doppio intreccio.
In origine, più di 10 anni fa, il nodo è stato stretto dalle sonorità del sax e della chitarra folk di Massimiliano Milesi e Giacomo Papetti in un duo, Dimidiam, in cui il ‘mezzo’ dell’aggettivo latino scelto come identità è il terreno di incontro tra due strumenti complementari. Il duo insolito di matrice cameristica tra folk e jazz nord europeo genera un dialogo volto alla sintesi tra la forma-canzone tradizionale e l’esplorazione di luoghi esotici e in parte sconosciuti.
Questo viaggio musicale ha scavalcato il Mediterraneo per giungere in Africa dove il duo bresciano-bergamasco tesse un ulteriore livello sonoro attraverso l’intreccio con la cantante eoudista tunisina Sarra Douik e il percussionista griot senegalese Dudu Kouate. La preziosa aggiunta di questi importanti interpreti delle musiche dell’Africa esalta la vocazione acustica del progetto originario attraverso l’apporto di strumenti dal suono antico e dall’improvvisazione, meta-linguaggio di tutte le culture musicali del mondo.
MITA, luogo legato a intrecci tra culture, storie, Paesi e in cui i confini si assottigliano fino a scomparire, si farà terra di mezzo e di incontro di questo progetto che tende a nuove e brillanti ibridazioni.
18 giugno
Josephine Foster
Stati Uniti
Sirena del folk americano, miglior voce del prewar folk, sfuggente ad ogni riduttiva etichetta, estremamente colta e affascinata dalla tradizione popolare, Josephine Foster conclude la seconda stagione Voices HYBRITUDE Music.
Cantante, autrice e multistrumentista del Colorado con uno strettissimo legame con l’Andalusia, sviluppa la sua ricerca musicale abbattendo ogni possibile confine tra musica colta e tradizione popolare, come si riscontra anche nella sua scelta di distaccarsi dagli studi lirici – che tuttavia le hanno lasciato un’inconfondibile impostazione da soprano – per un approccio meno accademico.
I suoi album faticano a trovare una classificazione e anzi la rifuggono volontariamente: blues primitivo degli Appalachi, folk nostalgico del fado portoghese, fiabe per bambini e lieder tedeschi con sonorità psichedeliche e incontro con la poesia di Emily Dickison e Garcia Lorca. Ognuno dei tredici dischi che ad ora ha prodotto è l’approdo in un territorio ignoto in cui cerca di unire misticamente con questo intreccio di sonorità, emozioni e cultura, passato e presente, uomo e natura. Il suo universo musicale è magico e austero, delicato e commovente una sorta di liturgia laica, come canta il suo ultimo album Domestic Sphere.